Salve a tuttɜ e benvenutɜ ad una nuova edizione di Cose Che! Questa settimana, tra le altre cose, parleremo di scioperi nel mondo della recitazione legati a scenari distopici, del collegamento tra Barbie e il mondo drag e di band canadesi dal nome materno. Iniziamo!
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Cose che tech
Condivisione - La Commissione Europea ha approvato un nuovo accordo per consentire il libero trasferimento tra l’EU e gli USA dei dati in possesso delle aziende. I big tech statunitensi, come Meta e Google, aspettavano questa decisione, e la prima in precedenza aveva addirittura minacciato di interrompere l’offerta dei suoi servizi (tipo Facebook e Instagram) in mancanza di una normativa adeguata. L’accordo è stato concesso in seguito ad alcuni adeguamenti da parte degli USA per garantire un accesso ridotto ai dati europei da parte delle sue agenzie. Alcuni attori, tra cui il Parlamento Europeo, non sono convinti che sia abbastanza, e entro fine estate potrebbe essere coinvolta la Corte di Giustizia europea per far annullare la decisione.
Ambizioni - Elon Musk ha annunciato la creazione di una nuova azienda, xAI, che vuole utilizzare l’intelligenza artificiale per “capire la realtà”, qualunque cosa questo voglia dire. Sappiamo ancora molto poco a riguardo. Il sito ufficiale non chiarisce molto le idee: parla di usare l’AI per “capire la vera natura dell’universo”.
Sostituzione - Una storia apparentemente poco legata alla tecnologia, e che invece. Il sindacato hollywoodiano dellɜ attorɜ SAG-AFTRA si unisce allo sciopero del sindacato dellɜ scrittorɜ WGA contro l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP). Lɜ attorɜ, oltre a non recitare, non saranno presenti ad anteprime ed eventi, e non promuoveranno i loro film. È dagli anni ‘60 che entrambe le sigle sindacali non sono contemporaneamente in sciopero.
Uno dei motivi della protesta riguarda uno scenario distopico ma molto concreto, dove gli studios vogliono sostituire le comparse tramite l’intelligenza artificiale. Non solo: le aziende di produzione vorrebbero essere in grado di assumere una comparsa umana per un solo giorno di lavoro, scannerizzardone l’aspetto e poi utilizzandolo senza limiti di tempo o compensi per creare le suddette comparse digitali.
Cose che leggo
Paralleli - I punti di connessione tra Barbie e il drag: la sovversione delle aspettative e dei ruoli di genere (con Barbie che è stata astronauta e candidata alla presidenza anticipando di anni la vita reale) e l’attitudine “If you can dream it, you can be it” (Se puoi sognarlo, puoi diventarlo) tipica del drag. (articolo di Polygon)
ND - Un articolo che in realtà non sapevo se condividere, perché mi ha dato emozioni scomode e anche negative, e penso che in alcuni ragionamenti e conclusioni sia fallace. Nondimeno mi ha fatto riflettere, anche solo per probabilmente rifiutarlo, in tutto o in parte.
Si parla del fenomeno degli ultimi anni per cui anche i disturbi mentali e le neurodivergenze sono diventati parte delle identità individuali pubbliche. Il pezzo lo critica, parlando di come in parte lo stesso internet, che ha contribuito alla maggiore consapevolezza sul tema, abbia, in una inversione di causa-effetto, aggravato la salute mentale (o la percezione di essa) di molte persone, soprattutto quella delle “ragazze progressiste”. Sottolinea anche il paradosso per cui si parla di più di salute mentale, con un conseguente destigmatizzazione, ma solo quando questa non diventa scomoda e non sfocia in comportamenti “problematici” o “antisociali”. In ultimo, sostanzialmente sollecita il lasciar andare l’aspetto identitario della salute mentale e delle neurodivergenze, per il proprio bene.
Come ho detto, alcuni passaggi (tipo quello del disagio mentale destigmatizzato solo se conveniente) riflettono effettivamente alcuni ragionamenti che esistono anche nelle comunità che frequento. In altri mi riconosco meno o per nulla, e penso che invalidino un sacco di esperienze personali trasversali e diffuse.
Per il vostro giudizio, ecco il pezzo (Lucy)
Smacchiatori - Una interessante intervista a Pier Luigi Bersani sulle parole e l’identità della sinistra, ospitata dalla newsletter Tempolinea di Iconografie.
Conflitti - Più attuale che mai nel discorso attuale sullo spessore politico delle associazioni, dei Pride e dell’attivismo LGBTQIA+, nelle sue diverse declinazioni: un’intervista a Graziella Bertozzo, storica attivista lesbica, arrestata durante il Pride di Bologna del 2008 da un agente in borghese. L’episodio, e le reazioni allo stesso, e le riflessioni su cosa vuol dire politicamente fare associazionismo e creare spazi come quello del Pride, ebbero profonde conseguenze nell’attivismo LGBTQIA+, che oggi, per altri eventi simili, tornano (se mai hanno smesso di esserlo) attuali.
Cose che vedo
Cronologia - Ancora consigli da Youtube:
Una casa che ruota su sé stessa, con soluzioni ingegneristiche ad hoc. Ha senso? Non tanto, ma è molto bella (7 minuti e 31, di Tom Scott)
Sul design (e la cultura) degli RV (i Recreational Vehicle, in italiano noti come camper), un tempo con decorazioni dritte e regolari, poi ricche, sinuose e variegate, e recentemente invece minimaliste (8 minuti e 38, di Vox)
Le incredibili innovazioni tecnologiche (soprattutto da un punto di vista termico) necessarie per far funzionare il James Webb Space Telescope (9 minuti e 12 di Primal Space)
Cose che ascolto
Maternità - Il gruppo della settimana è sicuramente la band canadese indie Mother Mother. Ancora una volta parliamo di artistɜ di cui ho avuto la prima impressione tramite TikTok (in realtà nel corso di diversi mesi, ma solo questa settimana ho avuto modo di approfondirne l’ascolto).
I loro pezzi sono composti da testi di poche frasi ripetute e dal significato in prima lettura indiretto (almeno nel secondo album, quello che ho ascoltato di più), pieni di emozioni forti e temi come la morte e il tumulto interiore, con un sound piacevole accompagnato da suoni dissonanti.
Qualche consiglio di ascolto. Dal loro secondo album O My Heart (2008) meritano:
Hayloft, uno dei loro brani più famosi, con una chitarra e una batteria molto presenti e delle vocals che oscillano tra il quasi bambinesco e una emozione raschiante. Parla di amore, un fienile e un omicidio. Dopo la prima versione del 2008, poi mi sembra ribattezzata Hayloft I (Youtube, Spotify), è stato rilasciato nel 2021 il singolo Hayloft II (Youtube, Spotify), che in qualche modo continua la storia, riprendendo la melodia in una versione più oscura e caotica, aggiungendo elementi e strumenti (personalmente, mi piace meno).
Wrecking Ball, una canzona sulla rabbia e sul suo sfogo violento, con un accompagnamento di quello che mi sembra un banjo (o comunque un altro strumento acustico a corda) che gli dà una connatazione un po’ folk. (Youtube, Spotify)
Arms Tonite, sulla morte e il suicidio, con un mood di rassegnazione e sollievo e una melodia assolutamente discordante rispetto al tema (Youtube, Spotify)
Da altri album vi consiglio la abbastanza famosa Verbatim (dal loro primo album Touch Up, 2007; Youtube, Spotify), con un testo molto più denso, lungo, intimo ed esplicito, e Problems (Eureka, 2011; Youtube, Spotify), che ricorda in alcuni aspetti Creep dei Radiohead, ma con un sound molto più loud e brillante.
E questo è tutto per questa settimana! A lunedì prossimo!
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